Riserva Naturale Grotta di Entella

Galleria

Descrizione

Ubicazione: Contessa Entellina (PA)
Superficie: 19,8 Ha
Tipo di interesse scientifico: Speleologico
Grado di interesse scientifico: Nazionale
Categoria: Puntuale



La Riserva Naturale “Grotta di Entella”, istituita al fine di “conservare nella sua integrità la cavità scavata nei gessi macrocristallini del Messiniano con morfologia a meandri”, tutela l’intero sviluppo della Grotta di Entella ed una porzione dell’imponente Rocca di Entella, una suggestiva rocca gessosa, di grande rilevanza paesaggistica, che costituisce uno dei principali affioramenti evaporitici isolati della Sicilia centro-occidentale. La Grotta di Entella è una delle principali cavità siciliane nei gessi messiniani della Serie Gessoso-solfifera; si sviluppa su tre livelli di gallerie (inattive) collegati da piccoli pozzi-cascata per uno sviluppo complessivo di più di 900 m. 

Al suo interno è possibile osservare numerose tipologie di speleotemi sia gessosi che carbonatici, e riveste un notevole interesse chimico e mineralogico per la presenza di rari depositi di grotta ferro-manganesiferi. 

In carsismo superficiale è caratterizzato sia da macroforme (doline) che da Karren (solchi, forme di carsismo coperto, scannellature, vaschette di corrosione, etc.). Inoltre la Riserva e il comprensorio rivestono notevole rilievo floristico e vegetazionale per il paesaggio dominato da aspetti di vegetazione rupicola e steppica, in cui sono presenti specie floristiche rare e di interesse fitogeografico, nonché elevato interesse faunistico per la presenza di diverse specie di chirotteri e di rapaci nidificanti sulle pareti rocciose della Rocca, alcune delle quali incluse negli allegati della Direttiva “Uccelli” e della Convenzione di Berna. La Rocca conserva le testimonianze di uno dei siti archeologici più interessanti dell’Isola, la città di Entella, che con Erice e Segesta costituiva una delle tre città siciliane di origine elima.

Dove siamo

Visite guidate

LE VISITE GUIDATE SONO TEMPORANEAMENTE SOSPESE (04/06/2024)

La Riserva Naturale Integrale “Grotta di Entella” è stata istituita nel 1995 dalla Regione Siciliana e affidata in gestione al Club Alpino Italiano-Sicilia. Ricade nell’alta valle del Fiume Belìce, nel territorio comunale di Contessa Entellina (PA).

E’ possibile prenotare una visita guidata telefonando al numero:

3474322207

INFORMAZIONI NATURALISTICHE

Rocca di Entella: una riserva di natura, miti e storia

La Riserva è costituita da due zone a diverso regime vincolistico: la Zona “A” di riserva, costituita dall’intero sviluppo della Grotta di Entella; la Zona “B” di preriserva, comprendente una porzione della Rocca di Entella, per un’estensione complessiva di circa 20 ettari.
L’interesse scientifico della Rocca è legato, principalmente, agli aspetti geologici e geomorfologici in quanto è costituita da rocce sedimentarie di origine chimica, le evaporiti, rocce molto solubili che caratterizzano vaste aree centrali dell’Isola e che si sono formate
durante quel particolare periodo geologico chiamato Messiniano in cui la Sicilia, e tutto il Bacino del Mar Mediterraneo, si trovavano in piena “crisi di salinità” a causa della parziale chiusura della Stretto di Gibilterra, in un ambiente che doveva ricordare gli attuali ambienti
di sabka (clima fortemente arido). Al suo interno un fiume sotterraneo ha formato la Grotta di Entella, motivo istitutivo dell’area
protetta e una tra le principali grotte conosciute nei gessi siciliani. Si tratta di una cavità ormai inattiva, cioè al suo interno non vi è più uno scorrimento costante di acqua. Si estende su tre diversi livelli di gallerie per uno sviluppo complessivo di più di 700 metri, ma ancora non si può considerare del tutto esplorata. Forse è da attribuire al particolare luccichìo della roccia gessosa il nome di “Grotta dei Dinari- Grutta di li dinari” con cui le popolazioni locali conoscono la Grotta di Entella o, forse, tale nome è da collegare alle numerose leggende che la vogliono custode di un immenso tesoro, protetto da un incantesimo che impedisce a chiunque di impadronirsene. Dal 2003, in seguito ad una frana di crollo che ha interessato la parte antistante la Grotta di Entella, le visite guidate in ambiente ipogeo sono state sospese. L’accesso alla grotta è attualmente riservato soltanto a speleologici e ricercatori. Per la sua posizione nell’ambito del comprensorio, la Rocca di Entella è a tutti gli effetti un’ “isola” sotto il profilo bio-ecologico. L’area presenta interessanti aspetti di vegetazione naturale, tra cui spicca in particolare la prateria steppica dominata dall’Ampelodesma (Ampelodesmos mauritanicus), grossa graminacea cespitosa che funge egregiamente da freno all’erosione. Sulle pareti rocciose si è insediata una vegetazione rupicola particolare, con presenza di specie adattate ai substrati gessosi come, ad esempio, la crassulacea
Sedum gypsicola, specie a distribuzione mediterranea occidentale abbastanza frequente sui gessi siciliani ma assente nel resto d’Italia e la crucifera Diplotaxis crassifolia, endemica dell’area mediterranea Sud-occidentale. La parete rocciosa, che borda la Rocca ad Ovest e a Sud, costituisce luogo di sosta o di nidificazione per molte specie di uccelli, in particolare rapaci. Tutta la Rocca di Entella, dal 2000, è un Sito Speciale di Conservazione (ZSC) della Rete Natura 2000 (Rocche di Entella- ITA020042), ai sensi delle direttive 92/43/CEE e
79/409/CEE. Il territorio circostante, inquadrabile nel “tipico entroterra siciliano” e fondato economicamente sull’agricoltura e sulla zootecnia, è stato fatto oggetto solo raramente di politiche di sviluppo. Unico esempio è la Diga Mario Francese (già Garcia) che rappresenta l’opera principale del complesso di opere programmate dalla fu “Cassa per il Mezzogiorno” per la utilizzazione integrale, ai fini irrigui e potabili, delle acque di tutto il bacino del Fiume Belice, negli anni ’70; oggi costituisce una riserva d’acqua molto importante per una buona parte delle attività agricole della zona e un punto di riferimento strategico per molte specie di uccelli, sia stanziali che migratori. L’intera Rocca è inoltre sottoposta a vincolo archeologico per la presenza dei resti di Entella. La città (fondata, come Erice e Segesta, dagli Elimi, un popolo proveniente probabilmente dalla Anatolia, trapiantato in Sicilia nel XIII-XII sec. a.C.) sembra avere avuto
autonomia politica fino al 404 a.C., quando fu occupata da mercenari campani. Durante il IV sec. a.C. attraversò alterne vicende sotto il dominio siracusano, campano, punico; durante la prima guerra punica passò infine sotto Roma. Contesa tra Saraceni e Normanno-Svevi, nel 1246 fu distrutta da Federico II in seguito alla ribellione dei suoi abitanti arabi. I più rappresentativi reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi condotti dalla Scuola Normale di Pisa, sono osservabili nell’Antiquarium “G. Nenci”, nel centro abitato di Contessa Entellina.

Geologia

La Riserva Naturale “Grotta di Entella” è ubicata sull’omonima Rocca, un rilievo costituito da rocce di natura gessosa, a grandi cristalli e in strati di spessore di 2-3 m. Queste rocce, che appartengono alla “Serie Gessoso Solfifera”, si sono formate circa sei milioni di anni fa, durante un periodo della storia geologica chiamato Messiniano, quando il Mar Mediterraneo, per la temporanea chiusura dello stretto di Gibilterra,  si trasformò in un grande lago “salato”. 

A causa dell’intensa evaporazione dell’acqua marina, sul fondo del “lago”, si depositarono i sali in essa contenuti, dando origine a rocce dette, per la loro modalità di formazione, “evaporitiche”. La principale fra le rocce evaporitiche è il “gesso” (Solfato di calcio idrato) che affiora estesamente nella Sicilia centrale ed occidentale e che costituisce quasi interamente la Rocca di Entella. 

Una delle caratteristiche principali dei gessi è di essere estremamente solubili a contatto con le acque piovane e di scorrimento, e quindi soggetti all’azione carsica. Nell’area della Riserva il carsismo si manifesta con lo sviluppo di forme carsiche sia superficiali che sotterranee. Le forme carsiche superficiali sono riconducibili principalmente a Karren (scannellature, solchi, solchi da carso coperto, depressioni di tipo vaschetta, forme di soluzione selettiva, etc.) e a depressioni di tipo dolina (doline di soluzione normale). 

Tra le forme carsiche sotterranee la principale è la Grotta di Entella, motivo istitutivo della Riserva Naturale, una delle principali grotte nei gessi della Sicilia occidentale. La grotta, il cui ingresso rappresenta una risorgenza, si apre alla base della parete ovest della Rocca, è una cavità inattiva (non c’è attualmente uno scorrimento di acqua) e si sviluppa su tre livelli di gallerie, collegati da pozzi e scivoli, per uno sviluppo totale di circa 900 metri. Si apre interamente nei gessi messiniani e al suo interno è possibile osservare macrocristalli, infiorescenze, stalattiti, stalagmiti, canali di volta, pendenti di gesso, etc. 

Localmente è conosciuta come “Grutta di li Dinari” per le numerose leggende che la vogliono custode di un immenso tesoro protetto da un incantesimo che impedisce a chiunque di impadronirsene.

La Flora

La posizione della Rocca nell’ambito del comprensorio la rende a tutti gli effetti un’ “isola” sotto il profilo bio-ecologico. L’area, pur conservando i segni della millenaria presenza dell’uomo, presenta interessanti aspetti di vegetazione naturale: in particolare la prateria steppica dominata dall’Ampelodesma, grossa graminacea cespitosa che funge egregiamente da freno all’erosione. 

Gli habitat a maggiore naturalità sono rappresentati dalle pareti gessose, le quali ospitano formazioni casmofitiche più o meno rade con presenza di specie adattate ai substrati gessosi come, la crassulacea Sedum gypsicola, specie a distribuzione mediterranea occidentale abbastanza frequente sui gessi siciliani ma assente nel resto d’Italia, e la crucifera Diplotaxis crassifolia, endemica del mediterraneo sud-occidentalee; nelle cenge trovano rifugio lembi residuali di macchia xerofila ad Euphorbia dendroides. 

Le scarpate detritiche, originate dai frequenti crolli, sono colonizzate da aspetti basso-arbustivi ad Artemisia, mentre le piccole incisioni torrentizie si presentano quasi ovunque denudate, talora punteggiate da individui isolati di Fico selvatico, Tamerice e Olmo minore. In totale, sulla Rocca di Entella sono stati censiti 18 endemismi, tra specie e sottospecie. Tra le endemiche siculo-peninsulari figurano l’Euphorbia ceratocarpa e la Gypsophila arrostii. Tra le endemiche strettamente sicule con distribuzione più o meno estesa a tutto il territorio regionale, sono presenti Echium italicum subsp. siculum, Eryngium bocconei, Ophrys panormitana e Erysimum metlesicsii

Vi si trovano alcuni elementi di particolare valenza fitogeografica, come Allium cupanii, Matthiola tristis e Stipa barbata, tutti caratterizzati da un’ampia distribuzione mediterranea, ma che risultano piuttosto rare in Sicilia. Va infine sottolineata anche la presenza di alcune entità che in Sicilia si comportano quali gipsicole esclusive (Sedum ochroleucum, S. gypsicola e Chaenorhinumexile) ed altre ancora strettamente legate a substrati della serie gessoso-solfifera dell’entroterra isolano (Diplotaxis harra subsp. crassifolia e la succitata Gypsophila arrostii).

La Fauna

La Riserva Naturale “Grotta di Entella” e il comprensorio rivestono  un elevato interesse faunistico per la presenza di diverse specie di chirotteri e di rapaci nidificanti sulle pareti rocciose della Rocca, alcune delle quali incluse negli allegati della Direttiva “Uccelli” e della Convenzione di Berna. Gli ambienti dove dominano le praterie ad Ampelodesma costituiscono, in assoluto, l’habitat più ricco di fauna. 

Vi sono presenti numerosi passeriformi, conigli, volpi  e istrici. Le pareti rocciose ospitano l’habitat  esclusivo di riproduzione per ben 16 specie di uccelli (la maggior parte rapaci) e l’habitat di riproduzione potenziale per il Capovaccaio, che un tempo nidificava sulle pareti della Rocca e  tutt’ora le visita. Si tratta dell’habitat che consente la nidificazione del raro Falco Lanario, del Falco pellegrino, del Grillaio, del Gheppio e di numerose coppie di Poiana. 

A Nord-ovest della Rocca, il lago artificiale creatosi dopo lo sbarramento del Fiume Belìce Sinistro con la costruzione della Diga Mario Francese (già Garcia) è diventato un importante punto di riferimento per gli uccelli migratori che numerosi vi sostano durante il periodo di svernamento. Sono state censite 28 specie in migrazione e sosta tra cui molte di notevole interesse scientifico come il Nibbio bruno, il Falco di palude, l’Albanella reale, l’Albanella minore e il Falco pecchiaiolo; inoltre attraversano la zona, in migrazione, la cicogna bianca, l’Airone cenerino, la Nitticora e la Sterna maggiore, il Rondone maggiore e il Balestruccio. Particolare importanza riveste anche la presenza di rapaci notturni (strigiformi), tra questi l’Assiolo (che è la specie più comune) la Civetta, il Barbaggianni e l’Allocco.

Il sistema ambientale in cui è compresa l’area protetta, infine, sostiene una ricca comunità di chirotteri. E’ stata accertata la presenza di 12 specie di chirotteri, tutte specie di particolare interesse conservazionistico in quanto elencate nell’allegato IV e nell’allegato II della Direttiva Habitat.

Segni dell'Uomo

La Rocca di Entella, che si erge solitaria e dominatrice sulle colline e sulle pianure circostanti, proprio per la sua collocazione geografica che ben si prestava a sostenere l’assedio più ostinato e ad opporre resistenza anche al più accanito degli invasori, è stata, fin dai periodi più remoti della storia,  teatro di numerose battaglie.  Sulla sua sommità si trovano i resti della città di Entella che, con Erice e Segesta, è una delle tre città siciliane di origine elima. Questa assunse rilevante importanza nel periodo delle guerre trai Cartaginesi e i Siracusani, al tempo di Dionisio il Vecchio. 

Nelle sue vicinanze, e per il suo possesso, in parte fu combattuta una delle più importanti battaglie mai svoltesi nell’antichità in Sicilia “ la battaglia di Timoleonte”. In tarda epoca medioevale costituì, con il castello di Jato, l’ultimo baluardo di difesa ed il centro più vivace di resistenza della potenza Saracena contro Federico II.  Fu distrutta da quest’ultimo, nel 1246.

La ricerca archeologica ad Entella ha avuto inizio nel 1979, ma è solo dal 1983 che la Scuola Normale Superiore di Pisa, in collaborazione con la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo, ha incominciato una regolare campagna di scavi che attualmente ha riportato alla luce tratti delle mura, le porte della città, un grande magazzino destinato all’accumulo di cereali, i resti del castello e una necropoli. I reperti archeologici ritrovati durante gli scavi sono conservati all’Antiquarium “Giuseppe Nenci” di Contessa Entellina. Oggi l’area archeologica è sotto l’egida del Parco Archeologico di Segesta.

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